Secondo i dati riportati dall’Aire – Anagrafe degli italiani all’estero, al 1° gennaio 2023 sono quasi sei milioni gli italiani residenti all’estero da oltre un annoi.
Avvenire, dalle sue pagine dedicate all’economia e al mondo del lavoro, ha condotto un’indagine su questa “fuga dei cervelli” e su quali possono essere le soluzioni per contrastarla perché a spostarsi sono soprattutto i giovani in cerca di nuove competenze e di una crescita professionale.
Ma quali possono essere i rimedi per bloccare questa “fuga”? Non solo le agevolazioni fiscali previste da un recente decreto ma anche formazione, rete e innovazione.
Tuttavia c’è il timore che alcune delle novità introdotte possano in qualche modo disincentivare il rimpatrio.
Secondo Monica Rota, tra gli esperti intervistati: «Dal nostro osservatorio, fornendo assistenza, negli anni interessati dalla previgente normativa, a numerosi lavoratori che hanno sfruttato tale agevolazione, possiamo dire che è prevedibile che la significativa riduzione del vantaggio fiscale, unitamente alla valutazione dei più bassi stipendi generalmente riconosciuti in Italia a parità di mansione rispetto che all’estero, possa disincentivare il rimpatrio».
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